domenica 5 febbraio 2017

TUTTE LE POLIZZE DELLA RAGGI


I fatti, prima di tutto. Salvatore Romeo, impiegato del comune di Roma, nel gennaio 2016 acquista due polizze sulla vita, per un totale di 33 mila euro, indicando come beneficiaria Virginia Raggi, probabile futuro sindaco. Nel mese di giugno la Raggi viene eletta sindaco e Romeo riceve la promozione cui aspirava.

A prima vista, sembrerebbe un caso classico di corruzione e possibile concussione, tuttavia i giudici che indagano sui fatti, dopo un lungo interrogatorio, escludono ogni ipotesi di reato. Com'è possibile?

Vediamo un po'. Se piuttosto che di polizze assicurative si fosse trattato di un trasferimento di denaro contante, si sarebbe trattato di corruzione per Romeo e concussione per Raggi. Romeo avrebbe versato quei soldi per ottenere un vantaggio e questo vantaggio gli sarebbe stato accordato.

L'idea che le cose possano essere andate così ha già fatto tanto danno politico al M5S. Le persone, come diceva William James, raramente agiscono sulla base di ciò che è vero, ma piuttosto sulla base di ciò che sembra vero. E per questa ragione la vicenda Raggi-Romeo, dopo la pubblicazione da parte dell'"Espresso", ha già causato enormi danni di opinione, a Virginia Raggi e al M5S

Cerchiamo di analizzare criticamente i fatti e di comprendere se ci possa essere stata malversazione da parte di Raggi, di Romeo o di altri. La prima cosa che realizziamo è che si tratta di polizze assicurative che la Raggi avrebbe potuto incassare soltanto dopo la morte di Romeo, che risulta essere un cinquantenne apparentemente in buona salute. La Raggi è più giovane di Romeo, tuttavia sembra poco verosimile che ella possa aver accettato un pagamento che sarebbe avvenuto tra 30 o 40 anni. La seconda cosa da osservare è che Romeo, come per tutte le polizze sulla vita, manteneva il diritto di cambiare in qualsiasi momento il beneficiario della polizza: a Romeo sarebbe quindi bastato un istante per andare dal proprio agente assicurativo e fare beneficiario dalla polizza chessò il proprio figlio, piuttosto che la Raggi. Il vantaggio per la Raggi diventa così del tutto aleatorio e, francamente, ci sembra inverosimile che ella possa avere accettato un talmente improbabile "pagherò". Terza e ultima osservazione: la Raggi non era al corrente dell'esistenza delle polizze o, perlomeno, non vi è alcuna prova che lo fosse. E, onestamente, ci sembra assolutamente improbabile che un avvocato esperto come Virginia Raggi potesse accettare un pagamento così incerto e improbabile per correre il rischio di uno scandalo dal quale difficilmente lei e la giunta romana avrebbero potuto sopravvivere.

Si potrebbero aggiungere altre ragioni per cui la malversazione è poco credibile, come potrebbe essere l'esiguo ammontare della somma che la Raggi avrebbe ricevuto, ma, il punto centrale è che nessuno di noi potrebbe essere tanto sciocco da accettare in pagamento polizze come quelle intestate alla Raggi da Romeo. La vera domanda cui bisognerebbe rispondere è perché allora queste polizze, chi ne ha ricevuto effettivamente un vantaggio?

E' evidente che Romeo in questa storia non ha mai corso il rischio di che i suoi soldi finissero veramente alla Raggi. E' altrettanto evidente che da questo scandalo abortito l'"Espresso" e la "Repubblica", i giornali che hanno montato lo scoop, e con essi l'editore De Benedetti abbiano già ottenuto un vantaggio economico, in termini di maggiori vendite. Tutta questa storia ha il sapore di uno scandalo montato a tavolino ad orologeria per danneggiare l'immagine di Virginia Raggi e, in prospettiva, il M5S e non è sorprendente che dietro tutto vi sia proprio quel gruppo editoriale che più apertamente sostiene il PD e non perde occasione per denigrare il M5S.