venerdì 24 maggio 2013

La strategia della demenza


Nel 2009 la rivista americana Newsweek usciva con un palloncino aereostatico in copertina con dentro scritto "The recession is over" (la recessione è finita). Si trattava di un classico ballon d'essai, pallone sonda in francese, un annuncio (verosimilmente falso) fatto di proposito al solo fine di verificarne l'impatto sull'opinione pubblica. In francese ballon, oltre che con pallone aereostatico, può tradursi anche con "balla", nel senso di grossolana menzogna, e questo rende l'espressione ballon d'essai ancora più deliziosa. A noi poi la parola sonda ricorda pure gli ombrelli dai quali continuamente cerca di fuggire il Cipputi di Altan, così l'espressione finisce per farci rotolare dalle risate...



I notiziari politici di questi giorni ci sembrano tutto un susseguirsi di ballon d'essai, con annunci allarmanti dei principali partiti che sostengono il governo Letta, cui segue tutto un rincorrersi di smentite e di controsmentite. Vediamo, tra queste balle, alcune delle più grosse.

Zanda e Finocchiaro, capi dei gruppi parlamentari alla Camera e al Senato del PD, annunciano un disegno di legge (DDL) che consentirebbe di presentare liste alle elezioni soltanto ai partiti politici che fanno pubblicare i propri statuti sulla Gazzetta Ufficiale e che soddisfano a certi requisiti. In realtà, da una lettura più attenta del DDL, si evince che lo scopo dell'iniziativa è imporre a tutti i movimenti politici la presenza di frazioni interne, le correnti. Tanto per capire la portata del DDL, il vecchio PCI di Berlinguer sarebbe stato escluso dalle elezioni perché non ammetteva correnti organizzate al proprio interno. Durissima la reazione di Beppe Grillo, "il M5S non è un partito e non intende diventarlo, se faranno questa legge diserteremo le prossime elezioni". A noi, lo abbiamo scritto su Facebook, il DDL Zanda-Finocchiaro ha ricordato l'esclusione dal Parlamento dei deputati aventiniani fatta decretare da Mussolini nel 1926 e successivamente estesa anche ai comunisti, l'atto che segnò la trasformazione di un pessimo governo in un feroce dittatura. A questo punto si succedono le smentite, Matteo Renzi dichiara di non condividere la proposta, i giornali pubblicano che è stata ritirata, i proponenti dichiarano di non averla mai ritirata, ma che non è urgente e che probabilmente non sarà mai discussa.


Quasi contemporaneamente, il capogruppo del PDL, il vulcanico Renato Brunetta, annuncia che è stato trovato un accordo politico con il PD per cambiare la legge elettorale del 2005, l'odiato Porcellum. Ma, precisa Brunetta, si tratterà di "cambi minimali", tanto che la stampa ha già trovato un nome per la nuova legge: il Maialinum. Il Porcellum di oggi, con il fine dichiarato di garantire la governabilità del Paese, attribuisce un premio di maggioranza. Esso ha già avuto effetti pessimi, favorendo il trasformismo politico. Quella che era stata chiamata sinistra antagonista si è infatti divisa tra quanti (lista Ingroia) non hanno inteso accettare la politica recessionista del fiscal compact imposto da Bruxelles e accettato dal PD e, per questo, sono stati esclusi dal Parlamento nonostante un discreto consenso elettorale e quanti, obtorto collo, qui pensiamo a SEL, quegli accordi hanno sottoscritto per rimanere dentro il Parlamento. A peggiorare il tutto, vi è il fatto che il premio di maggioranza venga attribuito in modo schizofrenico, alla Camera si premia la coalizione vincente a livello nazionale, mentre al Senato quella vincente a livello regionale, rendendo così il Senato estremamente instabile e impedendo quella governabilità che della legge era il fine dichiarato. La vera finalità della legge è, al contrario, impedire ai cittadini di esprimere voti di preferenza, delegando nei fatti un potere enorme ai segretari dei partiti politici che scelgono e dispongono in liste ordinate le candidature. Per queste ragioni, nessuna legge italiana quanto il Porcellum fu denigrata nei talk show dai politici, quegli stessi politici che, in Parlamento hanno eluso ogni invito a modificarla. Adesso la situazione è cambiata: finalmente la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sulla costituzionalità del Porcellum. Non soltanto è scontato l'esito del pronunciamento, ma è anche verosimile che la Consulta fornirà precise indicazioni circa le modifiche necessarie, legando così le mani a PD e PDL. In questa luce appare chiaro lo scopo dell'accordo: la Corte Costituzionale, chiamata a giudicare del Porcellum, non potrà pronunciarsi sul Maialinum, non importa se le differenze tra i due sono marginali. La logica suina della legge elettorale sarà comunque salva. Accordi del tipo annunciato da Brunetta sono verosimili, perché convengono a PD e PDL, ma incoffessabili: la serie di smentite e controsmentite seguite all'annuncio di Brunetta serve quindi alla banda del buco per aumentare la confusione nella testa dei propri potenziali elettori. 




Un altro ballon d'essai, è la dichiarazione resa da Brunetta l'indomani della condanna in secondo grado del leader del suo partito, Silvio Berlusconi. Brunetta si riferisce alla manifestazione indetta a Brescia dal PDL per protestare contro la condanna e ai fischi presi in piazza da Berlusconi. "Quanto e’ successo sabato a Brescia è inaccettabile. E’ inaccettabile che una libera manifestazione elettorale organizzata legittimamente da uno dei piu’ importanti partiti italiani venga sfregiata, violentata, stuprata da un gruppo di teppisti, per lo piu’ con bandiere riconducibili a forze politiche presenti in Parlamento.". Le bandiere erano quelle del M5S e di SEL. Sulla stessa lunghezza d'onda, il ministro dell'Interno, la montiana Anna Maria Cancellieri: "C'è una situazione di grande preoccupazione e sono mesi che ci stiamo preparando a momenti difficili". Secondo la ministra occorrono "arresti differiti" dei manifestanti e "DASPO". Il DASPO è il divieto di accedere a manifestazioni sportive che viene comminato ai tifosi più facinorosi. Evidentemente si pensa di creare liste nere di persone diffidate dal partecipare a manifestazioni politiche, anche se, come riconosce la Cancellieri, "vi sono problemi di ordine costituzionale da risolvere".





Già, la Costituzione della Repubblica costituisce un ostacolo per chi come, Zanda, Finocchiaro, Brunetta e Cancellieri, vuole uno stato forte, che sappia tenere i rompiscatole del M5S fuori dal Parlamento, che impedisca ai cittadini di manifestare nelle piazze le loro opinioni, arrestandoli prima, durante e dopo le manifestazioni. Questo mentre deve essere impedita anche la più remota possibilità che anche un solo politico vada in carcere. Le carceri traboccano, dice la Cancellieri, occorre "ripensare il sistema delle pene", pene "alternative", allora "pensando che l’obiettivo è che i reclusi ne escano migliori". So che molti non condivideranno la mia opinione, ma io credo che le pene alternative, tradotto vuol dire pecuniarie, non sono uguali per tutti. Recentemente hanno sequestrato l'auto al figlio di un mio amico che guidava ubriaco, la macchina sarà venduta all'asta. Credete che una pena siffatta colpisca alla stessa maniera il figlio di un operaio, che magari lascerà il padre senza il mezzo con il quale recarsi al lavoro, ed il figlio di un riccastro o di un politico corrotto? Una settimana in galera avrebbe colpito entrambi allo stesso modo.

Boato, in portoghese, significa tanto rumore, frastuono, quanto pettegolezzo, insinuazione. Mi piace concludere con due citazioni. Una è tratta da un saggio di Marco Galleri [1] sulla Rivoluzione portoghese dei garofani (1974-76) e riguarda il ruolo deleterio che il boato ebbe su di essa:
Il boato, cioè le voci incontrollate che sconvolsero, influenzarono e inquinarono la vita politica portoghese, fu una caratteristica tipica di questo periodo, per quanto non certo assente in tutta la storia portoghese, ricchissima di complotti veri o immaginati. Il boato, tanto temuto da suscitare apposite campagne di stampa di sensibilizzazione sul problema da parte del governo attraverso la Quinta Divisão, serviva ai più svariati scopi: minacciare e impaurire una determinata parte del Paese o delle forze politiche, coalizzarle contro un nemico più o meno immaginario, lanciare sospetti, impedire la realizzazione di golpes possibili o presunti con la loro rivelazione, mandare messaggi cifrati, o ancora semplicemente inquinare le acque già torbide del processo politico, in un Portogallo in preda alle convulsioni.
L'altra citazione è un brano dal dal romanzo 1984 di George Orwell [2] e riguarda il bipensiero, il sapere e non sapere
Sapere e non sapere; credere fermamente di dire verità sacrosante mentre si pronunciavano le menzogne più artefatte; ritenere contemporaneamente valide due opinioni che si annullavano a vicenda; sapendole contraddittorie fra di loro e tuttavia credendo in entrambe, fare uso della logica contro la logica; rinnegare la morale proprio nell'atto di rivendicarla; credere che la democrazia sia impossibile e nello stesso tempo vedere nel Partito l'unico suo garante; dimenticare tutto ciò che era necessario dimenticare ma, all'occorrenza, essere pronti a richiamarlo alla memoria, per poi eventualmente dimenticarlo di nuovo. Soprattutto, saper applicare il medesimo procedimento al procedimento stesso. Era questa, la sottigliezza estrema: essere pienamente consapevoli nell'indurre l'inconsapevolezza e diventare poi inconsapevoli della pratica ipnotica che avevate appena posto in atto. Anche la sola comprensione della parola "bipensiero" ne implicava l'utilizzazione.

[1] Marco Galleri, "Il Portogallo dei garofani: rivoluzione, controrivoluzione, normalizzazione (1974-1976)", in "Storia e futuro", 2008.
[2] George Orwell, 1984, traduzione di Stefano Manferlotti (2000).


lunedì 20 maggio 2013

PD e PDL come Mussolini ed Hitler.?

Zanda e Finocchiaro, capigruppo del Partito Democratico alla Camera e al Senato, presentano una proposta  di legge dal sapore golpista che proibirebbe ad associazioni politiche non partitiche di presentarsi alle elezioni. Alle elezioni di qualsiasi livello, persino nel più piccolo dei comuni, potrebbero infatti presentarsi soltanto partiti politici con personalità giuridica e con statuto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Così reagiscono i partiti politici italiani all'umiliazione subita il 24 febbraio quando, forte del voto di nove milioni di cittadini, il Movimento 5 Stelle è entrato in Parlamento superando le mille trappole dell'attuale legge elettorale, il Porcellum, come fu battezzato dal suo proponente, l'allora ministro leghista Roberto Calderoli.

La proposta di Zanda e Finocchiaro intende blindare l'accesso al Parlamento che, nelle loro intenzioni, dovrebbe essere consentito soltanto agli uomini dei partiti. Durissima la reazione di Beppe Grillo che dal suo blog annuncia:
Il MoVimento 5 Stelle non è un partito, non intende diventarlo e non può essere costretto a farlo. Se la legge anti MoVimento di Finocchiaro e Zanda del pdmenoelle sarà approvata in Parlamento il M5S NON si presenterà alle prossime elezioni.
I partiti si prenderanno davanti al Paese la responsabilità di lasciare milioni di cittadini senza alcuna rappresentanza e le conseguenze sociali di quello che comporterà.
La proposta di legge Zanda-Finocchiaro sarebbe l'ennesimo atto di chiusura alla società civile da parte di Pd e PDL, un'azione veramente scellerata e, di fatto, equivalente ad un colpo di stato.in quanto tesa ad eliminare dal Parlamento una delle principali forze politiche del Paese, il M5S. I partiti politici italiani, il PD e il PDL, si avocherebbero il diritto di nominare i deputati, così come fece il Gran Consiglio del Fascismo con la "riforma elettorale" del 1928.



venerdì 10 maggio 2013

1984: Una giornata di lavoro al Ministero della Verità


Il Ministero della Verità (miniver, in neolingua) è il luogo in cui la storia viene ogni giorno riscritta, per adeguarla alla Verità del partito, rimuovere ogni anacronismo e rendere impossibili errori di previsione. Nelle pagine qui sotto, leggiamo di una giornata di lavoro di Winston, protagonista di 1984 di Orwell[1], impiegato del miniver. Aggiungiamo un link allo splendido lavoro di "AuroraMeccanica", studio di animazione, dal titolo "Lettere dal Ministero della Verità"[2].

[1] Orwell, 1984, traduzione di Stefano Manferlotti (2000).
[2] http://www.aurorameccanica.it/auroraworks/lettere-dal-ministero-della-verita/

Emesso il profondo, inconscio sospiro che nemmeno la vicinanza del teleschermo riusciva a fargli reprimere quando iniziava la sua giornata di lavoro, Winston diresse verso di sé il parlascrivi, soffiò via la polvere dal microfono e inforcò gli occhiali, quindi srotolò e fissò insieme quattro cilindretti di carta già caduti dal tubo della posta pneumatica che si trovava sul lato destro del suo tavolo.

Nelle pareti del cubicolo si aprivano tre orifizi: a destra del parlascrivi, un piccolo tubo pneumatico per i messaggi scritti, a sinistra un tubo più grande per i giornali, e al centro, ad agevole portata del braccio di Winston, un'ampia feritoia oblunga protetta da una grata metallica. Quest'ultima serviva a eliminare la carta straccia. Nell'intero edificio vi erano migliaia, anzi decine di migliaia di feritoie simili, ubicate non solo nelle singole stanze, ma anche nei corridoi, non troppo distanti l'una dall'altra. Per chissà quale motivo le avevano soprannominate "buchi della memoria". Quando qualcuno sapeva che un certo documento doveva essere distrutto, oppure vedeva per terra un pezzo di carta in tutta evidenza gettato via, automaticamente sollevava il coperchio del buco della memoria più vicino e ve lo lasciava cadere dentro, dove un vortice di aria calda l'avrebbe trasportato fin nelle enormi fornaci nascoste da qualche parte nei recessi del fabbricato.

Winston esaminò i quattro ritagli di carta che aveva srotolato. Ciascuno conteneva un messaggio più lungo di una, due righe, redatto in quella specie di gergo tutto fatto di abbreviazioni (scritto non proprio in neolingua, anche se costituito per la massima parte di parole in neolingua) che al Ministero impiegavano a uso interno. I messaggi erano i seguenti: times 17.3.84 discorso granfrat africa malriportato rettificare times 19.12.83 refusi previsioni pianotrienn quartoquarto 83 refusi verificare numero corrente times 14.2.84 miniabb cioccolato malriportato rettificare times 3.12,83 relaz ordinegiorno granfrat arcipiùsbuono rifer at nonpersone riscrivere totalm anteregistr sottoporre autsup Con un debole senso di soddisfazione, Winston mise da parte il quarto messaggio: era un affare di responsabilità, complicato, che era meglio sbrigare per ultimo.

Gli altri tre erano roba di ordinaria amministrazione, anche se il secondo avrebbe probabilmente comportato la noiosa consultazione di colonne e colonne di cifre.


Winston digitò "numeri arretrati" sul teleschermo e chiese le copie del «Times» che gli occorrevano e che dopo qualche minuto scivolarono giù dal tubo pneumatico. I messaggi che aveva ricevuto si riferivano ad articoli o notizie che per una qualche ragione si era ritenuto necessario cambiare o, come si diceva ufficialmente, rettificare. Dal «Times» del 17 marzo, per esempio, si evinceva che il Grande Fratello aveva previsto, nel discorso tenuto il giorno prima, che il fronte dell'India meridionale sarebbe rimasto calmo, mentre nell'Africa del Nord ci sarebbe stata presto un'offensiva eurasiatica. Pareva, però, che l'Alto Comando eurasiatico avesse scatenato l'offensiva nell'India meridionale e lasciato in pace l'Africa del Nord. Era quindi necessario riscrivere un passo del discorso del Grande Fratello in modo da fargli prevedere quello che era poi accaduto. Altro esempio: il «Times» del 19 dicembre aveva pubblicato le previsioni ufficiali relative alla produzione di svariati beni di consumo negli ultimi tre mesi del 1983, col quale si concludeva anche il secondo anno del Nono Piano Triennale. Il giornale di oggi riportava i dati della produzione effettiva, dai quali traspariva che le previsioni erano grossolanamente errate, in ogni dettaglio. Il compito di Winston consisteva nel rettificare i dati originali, facendoli coincidere con quelli odierni.

Quanto al terzo messaggio, esso faceva riferimento a un errore molto semplice, che si poteva sistemare in due minuti. Pochissimo tempo prima, a febbraio, il Ministero dell'Abbondanza aveva promesso (le fonti ufficiali avevano parlato di "categorico impegno") che nel corso del 1984 non ci sarebbe stata alcuna riduzione nel razionamento del cioccolato. In realtà, come Winston sapeva bene, per la fine della settimana la razione di cioccolato sarebbe stata ridotta da trenta a venti grammi: bastava sostituire alla promessa originaria l'avvertenza che forse per il mese di aprile si sarebbe dovuti ricorrere a una riduzione della razione di cioccolato.

Finito che ebbe con questi tre messaggi, Winston attaccò con una graffetta a ogni specifica copia del «Times» le correzioni dettate al parlascrivi, dopodiché le spinse nel tubo. Poi, con un movimento ormai divenuto quasi inconscio, accartocciò i messaggi originali e qualsiasi appunto che aveva personalmente preso e li fece cadere nel buco della memoria, dove le fiamme li avrebbero divorati.

Sapeva soltanto approssimativamente quello che accadeva nel labirinto invisibile al quale portavano i tubi pneumatici. Una volta che fossero state raccolte e ordinate tutte le correzioni che si erano imposte per un particolare numero del «Times», il numero in questione veniva ristampato, mentre la copia originale veniva distrutta e sostituita negli archivi da quella nuova. Un simile processo di alterazione continua non era applicato solo ai giornali, ma anche a libri, periodici, manifesti, film, commenti sonori, cartoni animati, fotografie, insomma a ogni scritto o documento passibili di possedere una qualche rilevanza politica o ideologica. Giorno dopo giorno, anzi quasi minuto dopo minuto, il passato veniva aggiornato. In tal modo si poteva dimostrare, prove documentarie alla mano, che ogni previsione fatta dal Partito era stata giusta; nello stesso tempo, non si permetteva che restasse traccia di notizie o opinioni in contrasto con le esigenze del momento. La storia era un palinsesto che poteva essere raschiato e riscritto tutte le volte che si voleva. In nessun caso era possibile, una volta portata a termine l'opera, dimostrare che una qualsiasi falsificazione avesse avuto luogo. La sezione più ampia dell'Archivio, di gran lunga più grande di quella in cui lavorava Winston, era formata da persone il cui unico compito consisteva nel reperire e acquisire tutte le copie di quei libri, giornali o altri documenti che, essendo state sostituite, era necessario distruggere. Un numero del «Times» che era stato forse riscritto una dozzina di volte a seguito di cambiamenti nella linea politica o in conseguenza di profezie errate del Grande Fratello era ancora lì, in archivio, con la sua data originaria, e non esisteva nessun'altra copia che potesse contraddirlo. Anche i libri venivano ritirati e riscritti in continuazione, poi ristampati senza ammettere che vi fosse stato apportato un qualsiasi cambiamento. Perfino le istruzioni scritte che Winston riceveva e delle quali si sbarazzava non appena non gli servivano più non affermavano mai, né lasciavano dedurre, che si dovesse compiere un qualsiasi atto di falsificazione: facevano puntualmente riferimento a lapsus, errori tecnici, citazioni imprecise, errori di stampa che dovevano essere corretti per amore della precisione.

In realtà, pensò Winston mentre rimetteva a posto le cifre fornite dal Ministero dell'Abbondanza, non si trattava neanche di falsificazione, ma solo della sostituzione di un'assurdità con un'altra. La massima parte del materiale col quale avevate a che fare non aveva relazione di sorta con alcunché nel mondo reale, nemmeno quel tipo di rapporto che perfino la menzogna esplicita può vantare. Le statistiche, tanto nella loro versione originaria che in quella rettificata, erano un puro e semplice parto della fantasia. In molti casi ve le dovevate cavare dal cervello da soli. Le proiezioni fatte dal Ministero dell'Abbondanza, per esempio, avevano fissato a 145 milioni di paia la produzione di scarpe per il trimestre in corso. Era poi pervenuta la notifica che la produzione effettiva era stata di 62 milioni. Winston, tuttavia, nel riscrivere la proiezione, aveva ridimensionato la cifra portandola a 57 milioni, in modo che si potesse dire, come al solito, che si era andati oltre la cifra stabilita. In ogni caso, 62 milioni era una cifra che non si accostava alla verità più di 57 o 145 milioni. Con ogni probabilità, non era stato prodotto neanche un paio di scarpe. Con probabilità anche maggiore, nessuno sapeva, né gli importava granché saperlo, quante paia di scarpe fossero state prodotte. Quello che tutti sapevano era che ogni trimestre veniva prodotto sulla carta un quantitativo astronomico di scarpe, mentre una buona metà della popolazione dell'Oceania andava a piedi nudi. Lo stesso valeva per ogni tipo di dato, piccolo o grande, per il quale esistesse una qualsiasi documentazione. Tutto svaniva in un mondo fitto di ombre, nel quale diventava incerto perfino in che anno si fosse.

giovedì 9 maggio 2013

Il Grande Fratello vi ama!


Orthodoxy means not thinking — not needing to think. Orthodoxy is unconsciousness.
(Ortodossia è non pensare, non aver bisogno di pensare. L'ortodossia è inconsapevolezza.)
George Orwell, 1984

"1984" è un grande romanzo-saggio di George Orwell (1903-1950), scrittore, saggista e attivista politico inglese. Il titolo del romanzo deriva dall'inversione delle cifre dell'anno in cui esso fu scritto, il 1948. La narrazione si svolge quindi in quello che Orwell immagina come un futuro non troppo lontano nel tempo che viene descritto a tinte fosche. L'estremamente suggestivo universo di 1984 è una distopia, un'utopia negativa, che contiene la logica evoluzione del mondo della guerra fredda.
La terra, a seguito di una terza guerra mondiale nucleare, è divisa tra tre stati, Oceania, Eurasia ed Estasia, eternamente in guerra tra di loro. Il leader del partito unico di Oceania (in cui si svolge la trama) è il "Grande Fratello". Tutte le risorse, almeno apparentemente sono destinate alla guerra. Il rigido controllo dei cittadini, che vengono spiati fin dentro le case, è ottenuto attraverso il controllo totale delle loro menti: con una psicopolizia che interviene per reprimere ogni deviazione dall'ortodossia, giungendo a spingere i figli a denunciare i genitori eterodossi. 
Torneremo su 1984 in prossimi post, pubblicando qualche stralcio dell'ottima traduzione di Stefano Manferlotti (2000) [1]. Ecco lo stralcio di oggi.
Winston dava le spalle al teleschermo. Era più sicuro, anche se sapeva bene che perfino una schiena può essere rivelatrice. A un chilometro di distanza, immenso e bianco nel sudicio panorama, si ergeva il Ministero della Verità, il luogo dove lui lavorava. E questa, pensò con un senso di vaga ripugnanza, questa era Londra, la principale città di Pista Uno, a sua volta la terza provincia più popolosa dell'Oceania. Si sforzò di cavare dalla memoria qualche ricordo dell'infanzia che gli dicesse se Londra era sempre stata così. C'erano sempre state queste distese di case ottocentesche fatiscenti, con i fianchi sorretti da travi di legno, le finestre rattoppate col cartone, i tetti ricoperti da fogli di lamiera ondulata, i muri dei giardini che pericolavano, inclinandosi da tutte le parti? E le aree colpite dalle bombe, dove la polvere d'intonaco mulinava nell'aria e le erbacce crescevano disordinatamente sui mucchi delle macerie, e i posti dove le bombe avevano creato spazi più ampi, lasciando spuntare colonie di case di legno simili a tanti pollai? Ma era inutile, non riusciva a ricordare. Della sua infanzia non restava che una serie di quadri ben distinti, ma per la gran parte incomprensibili e privi di uno sfondo contro cui stagliarsi.
Il Ministero della Verità (Miniver, in neolingua) differiva in maniera sorprendente da qualsiasi altro oggetto che la vista potesse discernere. Era un'enorme struttura piramidale di cemento bianco e abbagliante che s'innalzava, terrazza dopo terrazza, fino all'altezza di trecento metri. Da dove si trovava Winston era possibile leggere, ben stampati sulla bianca facciata in eleganti caratteri, i tre slogan del Partito: la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza. Si diceva che il Ministero della Verità contenesse tremila stanze al di sopra del livello stradale e altrettante ramificazioni al di sotto. Sparsi qua e là per Londra vi erano altri tre edifici di aspetto e dimensioni simili. Facevano apparire talmente minuscoli i fabbricati circostanti, che dal tetto degli Appartamenti Vittoria li si poteva vedere tutti e quattro simultaneamente. Erano le sedi dei quattro Ministeri fra i quali era distribuito l'intero apparato governativo: il Ministero della Verità, che si occupava dell'informazione, dei divertimenti, dell'istruzione e delle belle arti; il Ministero della Pace, che si occupava della guerra; il Ministero dell'Amore, che manteneva la legge e l'ordine pubblico; e il Ministero dell'Abbondanza, responsabile per gli affari economici. In neolingua i loro nomi erano i seguenti: Miniver, Minipax, Miniamor e Miniabb.
Fra tutti, il Ministero dell'Amore incuteva un autentico terrore. Era assolutamente privo di finestre. Winston non vi era mai entrato, anzi non vi si era mai accostato a una distanza inferiore al mezzo chilometro. Accedervi era impossibile, se non per motivi ufficiali, e anche allora solo dopo aver attraversato grovigli di filo spinato, porte d'acciaio e nidi di mitragliatrici ben occultati. Anche le strade che conducevano ai recinti esterni erano pattugliate da guardie con facce da gorilla, in uniforme nera e armate di lunghi manganelli.
A parte la banalizzazione degli show televisivi di cui "Il grande fratello" è stato il capostipite, il romanzo di Orwell ha ispirato alcuni ottimi film, vogliamo qui ricordare "Orwell 1984" (uscito nel 1984) di Michael Radford con John Hart e "Brazil" (1985) di Terry Gilliam con Jonathan e Robert De Niro, di cui senz'altro consigliamo la visione.
Il mondo di 1984.

domenica 5 maggio 2013

Menzogne e malaffare


La politica in Italia è diventata una recita a soggetto. I principali attori sono i media, televisioni e giornali, che ogni giorno diffondono menzogne e spargono veleni. Non fai in tempo a smontare le menzogne e a trovare gli antidoti ai veleni che ne trovi di nuovi e sei costretto a ricominciare da capo. Se qualcuno ti mente e, ogni volta che riesci a sbugiardarlo, ti spunta con una nuova menzogna, nella vita di ogni giorno semplicemente smetti di dargli conto e decidi che è inaffidabile. I media italiani invece si sostengono mutuamente e, così facendo, sostengono il sistema della disinformazione, che non può essere messo a tacere come sarebbe con un comune impostore. Così gli italici talk show televisivi, oltre che dai politici, sono popolati dai direttori dei giornali, continuamente ascoltati, incensati ed invocati come novelli oracoli.
La crescente diffusione della rete ha causato una forte contrazione delle vendite per i quotidiani italiani (vedi figura) tuttavia, quasi a compensare, cresce il numero delle apparizioni televisive dei loro direttori. In questa maniera, televisioni e giornali costruiscono quella falsa verità ufficiale che i nostri intellettuali da strapazzo aspiranti opinion maker si sentono, a loro volta, in dovere di diffondere sui social network
Come d'altra parte è logico, il principale obiettivo della campagna di disinformazione mediatica sono le reali novità che si affacciano all'orizzonte politico e culturale del Paese: in altri tempi furono i comunisti 'mangiatori di bambini' 'senza dio', oggi è il turno del Movimento 5 Stelle (M5S) e di Beppe Grillo, assurto al ruolo di Anticristo mediatico. Come nella favola di Hans Christian Andersen, "I vestititi nuovi dell'imperatore", così Beppe Grillo assume il ruolo del bambino o del matto che, alla vista del regal pisello, ci grida che "Il Re è nudo!".  Naturalmente, the show must go on, la messa in scena deve andare avanti e nessuno può impunemente mettere in dubbio la maestosa bellezza degli abiti regali. Per futura memoria, racconto qui due storielle andate in scena negli ultimi mesi sui social network.

Prima storiella: i "vincoli" della troika. Ho partecipato ad epiche discussioni sui social network intorno alle cose che un  ipotetico governo italiano con volontà di rinnovamento, secondo i matti come me e Grillo, avrebbe potuto e, secondo i benpensanti, non avrebbe potuto fare. In questo caso, il limite tra ciò che si poteva e ciò che non si poteva fare sorgeva dall'introduzione del vincolo del pareggio di bilancio imposto ai Paesi dell'Unione Europea (UE). Questa politica, generalmente indicata come fiscal compact, è stata giustificata dai vertici della troika costituita da UE, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale (FMI) sulla base di un lavoro "scientifico"[1] di due economisti di Harvard, Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff, i quali affermano che la crescita economica è impossibile per i paesi con un debito che supera il 60% del prodotto interno lordo (PIL). Sebbene il lavoro di Reinhart e Rogoff fosse stato contestato dal premio Nobel per l'economia Paul Krugman [2] e dal giurista italiano Stefano Rodotà [3], esso costituì la giustificazione dell'introduzione nelle Costituzioni dell'obbligo del pareggio in bilancio per i Paesi dell'Unione e della soglia magica del 60%. Una scelta sciagurata - in Italia è stata cavalcata dal governo Monti-Bersani-Berlusconi - che ha causato un enorme aumento della disoccupazione, dando inizio alla stagione di macelleria sociale che molti Paesi dell'UE - Grecia e Italia in testa - stanno vivendo. Recentemente un giovane e brillante economista di un'università americana, Thomas Herndon [4], ha dimostrato che il lavoro di Reinhart e Rogoff era viziato da grossolani errori per quanto riguarda l'analisi dei dati e che, soprattutto, i dati relativi a Paesi fortemente indebitati che tuttavia presentavano una vivace crescita economica (Australia, Canada, Nuova Zelanda) erano stati omessi . Insomma, la tanto celebrata regola del 60% non era soltanto una bufala ma pure una truffa. Una truffa pagata con lacrime e sangue da milioni di lavoratori europei. Rinunciare ai vincoli di bilancio imposti dall'Unione Europea non è dunque soltanto fattibile e legittimo, ma è addirittura necessario per restituire prospettive di sviluppo e di lavoro all'Europa. Personalmente credo che sia un necessario andare oltre e chiedere la rimozione dei vertici della troika che di questa truffa sono, se non responsabili, quantomeno complici.


Seconda storiella: le offese del comico. Dalle elezioni politiche del 24 febbraio 2013, abbiamo tutti ascoltato la storiella del probo Bersani che avrebbe voluto governare con il M5S e che continuava ad essere insolentito dal comico Grillo. Personalmente, il 21 aprile, avevo proposto [5] una ricostruzione dei fatti che portarono al fallimento del tentativo di Bersani di formare un governo.
"C'è stata una trattativa Grillo-Bersani prima che iniziassero le consultazioni del Capo dello Stato, in particolare, come abbiamo letto sui giornali, in quella fase, i contatti sono stati tenuti da Dario Fo. Non sono stati incontri formali e tanto meno pubblici. L'incontro in diretta streaming di Crimi e Lombardi con Bersani è avvenuto solo dopo, quando la partita era ormai chiusa, come Grillo aveva ripetuto in modi fin troppo bruschi. Come Grillo ha scritto sul suo blog, senza essere smentito da alcuno, Bersani non aveva offerto al M5S neppure un ministero, cosa sicuramente atipica per un governo di coalizione, ma si era limitato a pretendere i voti del M5S. Sul programma di governo vi era inoltre un disaccordo insanabile su due punti essenziali per il M5S: il finanziamento pubblico dei partiti e, soprattutto, l'adesione del PD alla politica del cosiddetto fiscal compact. Una questione secondaria, ma anch'essa importante, era che il M5S avrebbe preferito, alla guida del governo, una personalità indipendente. Grillo ha ritenuto probabile che il PD, che - ricordiamo - veniva dall'esperienza del governo Monti-Berlusconi-Bersani, non fosse affidabile. Grillo ha detto chiaramente di temere che un governo Bersani, senza il pegno costituito dalla la presenza di ministri M5S, avrebbe potuto segretamente concordare un pacchetto di decreti con i vecchi alleati Berlusconi e Monti, e approvarlo in Consiglio dei ministri prima che il M5S potesse ritirare la fiducia. Un simile pacchetto sarebbe stato poi approvato in Parlamento con una maggioranza Bersani-Berlusconi-Monti ed i decreti sarebbero rimasti.[...] Adesso, a posteriori, tuttavia, diventa evidente, sulla base di quanto è successo per l'elezione del presidente della Repubblica, che le paure di Grillo fossero più che giustificate. Grillo, da consumato e intelligente leader politico qual è, ha voluto rendere evidente a tutti i cittadini quanto Bersani fosse inaffidabile, con l'offerta di un accordo di governo in cambio dell'elezione di Rodotà che avrebbe costituito garanzia sufficiente. Adesso, alla fine della storia, posso dire che Grillo ha fatto bene a non formare un governo con Bersani perché quel governo avrebbe sicuramente fatto quanto Grillo temeva, se mai si fosse costituito."
La mia ricostruzione faceva uso di dichiarazioni mai smentite di Grillo: il PD non aveva mai recapito al M5S alcuna offerta di formare un governo insieme. Fui aggredito da molti: l'argomento era che le affermazioni di Grillo non erano suffragate da prove e quindi, provenendo da un comico inaffidabile, verosimilmente false. Il primo maggio, ospite di Vespa a "Porta a porta", le stesse cose le ha confermate Marina Sereni, vicepresidente del PD e della Camera dei deputati [6]. Il PD governa con il PDL perché questo era il disegno politico del partito di Bersani! Ahi, questi comici inaffidabili!

.
Andamento delle vendite dei quotidiani italiani dal 1990 al 2011. 
(fonte FIEG, federazione Italiana Editori Giornali,
http://www.fieg.it/upload/salastampa/rapporto_2012.pdf ) 



[1] Reinhart, Carmen M.; Rogoff, Kenneth S. (2010). "Growth in a Time of Debt". American Economic Review 100 (2): 573–78. doi:10.1257/aer.100.2.573


sabato 4 maggio 2013

C'è del marcio nel PD

L'on. Marina Sereni (vice presidente del PD e della Camera dei deputati) spiega tutto a "Porta a porta"[1]: "L'idea non era di fare un governo con il M5S, l'idea era di chiedere al M5S che nascesse un governo di centrosinistra rimanendo (il M5S) cosa distinta". L'on. Sereni conferma quindi quanto Grillo aveva detto: il PD non ha mai voluto il M5S al governo, ma ne avrebbe volentieri accettato i voti, ovviamente per
fare la propria politica. Il PD di Bersani, evidentemente,  non voleva correre il rischio di essere ostacolato dal M5S nella politica di severa austerità che si è impegnato a seguire, e che è richiesta dagli accordi europei sul fiscal compact. Quando poi l'operazione di invischiare il M5S nella politica di macelleria sociale non è riuscita il PD si è orientato per la formazione di una maggioranza con i precedenti alleati, Berlusconi e Monti. Il patto scellerato è stato suggellato con la rielezione di Giorgio Napolitano, autoproclamatosi garante degli "accordi europei" e la costituzione del governo Letta-Alfano.

[1] https://www.youtube.com/watch?v=CElZOET0mNg

mercoledì 1 maggio 2013

Primo maggio - Festa del lavoro


Auguri a tutti i lavoratori e alla nostra Costituzione, la più bella del mondo

Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

http://www.youtube.com/watch?v=qlcAPQxZE48