lunedì 21 maggio 2018

Repubblica : tutte le bufale su Mattarella

27 dicembre 1947, il Capo dello Stato, Enrico de Nicola, firma la Costituzione italiana. Al suo fianco, da sinistra a destra, Alcide De Gasperi, presidente del Consiglio, Francesco Cosentino, funzionario, Giuseppe Grassi, guardasigilli, e Umberto Terracini, presidente dell'Assemblea Costituente.

Io credo che dovrebbero esserci delle pene per chi falsifica la storia e che dovrebbero essere ancora più severe se il falsario si è autonominato baluardo contro le bufale. Ne "la Repubblica" di oggi trovo una perla a firma di tal Umberto Rosso. "Con il gran rifiuto opposto nel 1953 da Luigi Einaudi, il primo capo dello Stato, alla Dc di De Gasperi. Einaudi infatti scelse un suo uomo, Giuseppe Pella, per formare il governo, e senza nemmeno passare attraverso le consultazioni con le forze politiche. Varò così il primo "governo del presidente" nella storia della Repubblica.".

Tutto falso. Non vi fu nessun rifiuto da parte del capo dello Stato. Al contrario. Reduce dalla batosta elettorale subita nel 1953, ed essendo stato indicato dalla Democrazia Cristiana, il partito di maggioranza relativa, Alcide De Gasperi ricevette da Luigi Einaudi l'incarico per formare il governo. Sciolse positivamente la riserva, forse confidando nei voti promessigli dai monarchici, giurò e si insediò il 16 luglio 1953. Il governo De Gasperi VIII fu uno dei più brevi della storia della Repubblica: il 28 luglio, infatti, la Camera dei Deputati gli negò la fiducia. Così Giuseppe Pella, anch'egli democristiano, il 17 agosto ricevette l'incarico per formare il governo. Non sono in grado di verificare se in questi 20 giorni di crisi vi furono consultazioni del presidente della Repubblica con le forze politiche, ma l'asserzione del quotidiano romano, secondo cui non ve ne sarebbero state, mi sembra ben poco credibile, poiché non risulta che Einaudi abbia trascorso questo lasso di tempo in letargo. Se da questo aneddoto possono trarsi delle conclusioni, queste semmai sarebbero che, in quell'occasione, Einaudi si fidò troppo di De Gasperi.

Il pezzo di Repubblica è un maldestro tentativo di forzare la mano del presidente della Repubblica, falsificando la storia. In questo caso il falso sembra avere il fine di indirizzare il capo dello Stato. Suscita allarme il titolo "Nuovo governo, i poteri di veto del presidente della Repubblica" ed ancor più il sottotitolo "Il capo dello Stato non è obbligato a far propria la proposta di Di Maio e Salvini. La Costituzione prevede che la scelta del premier sia soltanto sua".
Cosa intende il giornale romano scrivendo che la "scelta del premier" sarebbe "soltanto" del presidente? Vediamo un po'.

L'articolo 92 della Costituzione recita
ART. 92. "Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri. Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri."
Come si può vedere, non vi è traccia dell'avverbio "soltanto". Tale avverbio non è smentito tanto dalla prassi seguita da tutti i presidenti della Repubblica, le consultazioni con le forze politiche, quanto, soprattutto, dal successivo  art. 94. 
ART. 94"Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale. Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia."
Quale sarebbe il senso di questo articolo se non che il presidente della Repubblica debba accertarsi dell'esistenza di una maggioranza parlamentare? La posizione assunta da Repubblica appare quindi estremamente pericolosa. I governi, infatti, devono avere la fiducia del Parlamento, secondo la Costituzione esistono soltanto governi che godono della fiducia del Parlamento. Essi sono nominati dal presidente della Repubblica, soltanto perché questi si assume la responsabilità politica di operare una sintesi delle indicazioni ricevute. Se in Parlamento esiste, come oggi esiste, una maggioranza politica, il presidente non può che prenderne atto. Qualunque azione volta a costituire un "governo del Presidente" costituisce oggettivamente un tentativo di colpo di Stato.

[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Governo_De_Gasperi_VIII
[2] Per ulteriori approfondimenti rinvio ad un precedente pezzo di questo blog

Nessun commento: