venerdì 1 giugno 2018

Conte sì, Conte no: termina la crisi più pazza del mondo

Ci avevano abituato a tempi biblici, ma i tempi della politica italiana diventano stretti, strettissimi, direi convulsi:
  • 23 maggio 2018 - Giuseppe Conte riceve l'incarico di formare un governo basato su M5S e Lega
  • 27 maggio 2018 - Giuseppe Conte rinuncia all'incarico per l'indisponibilità del presidente della Repubblica a nominare ministro Paolo Savona
  • 28 maggio 2018 - Carlo Cottarelli riceve l'incarico per formare un governo tecnico
  • 31 maggio 2018 - Carlo Cottarelli rinuncia all'incarico
  • 31 maggio 2018 - Giuseppe Conte riceve nuovamente l'incarico per formare un governo basato su M5S e Lega e accetta senza riserva. Paolo Savona viene nominato ministro

Questa, in estrema sintesi, la cronologia della crisi più pazza del mondo: in una sola settimana due governi bruciati ed uno costituito. L'operato del presidente della Repubblica, affossatore del primo tentativo di Conte, viene severamente criticato da illustri costituzionalisti  e osannato dai giornali del gruppo l'Espresso. Si parla di colpo di stato: perpetrato da Sergio Mattarella che avrebbe ignorato la volontà popolare espressa alle elezioni politiche del 4 marzo, secondo alcuni, da parte di Luigi Di Maio e Matteo Salvini che con Savona ministro all'Economia avrebbero voluto portare l'Italia fuori dall'euro, secondo altri [1]. Oggi, primo giugno 2018, Giuseppe Conte ed i suoi ministri si recheranno al Quirinale per il giuramento, previsto per le ore 16:00, non è più pensabile alcun ostacolo all'insediamento del nuovo governo che, appunto dalle 16:00, avrà tutti i suoi poteri. Adesso tacciono tutti, il colpo di stato, se mai vi fu, è dimenticato. Persino l'Huffington Post preferisce occuparsi della crisi politica spagnola.

Ma cosa è successo? Che cosa è cambiato? Perché il governo Conte "no" era pericolosamente eversivo ed il governo Conte "si" non lo è più. Non è cambiato il programma di governo, è sempre il contratto tra M5S e Lega. Sarà cambiata la lista dei ministri? Vediamo.

Figura 1. La lista dei ministri bocciata (Conte no) e quella approvata dal presidente della Repubblica. Giallo: M5S, verde: Lega, azzurro:indipendenti.

La lista dei ministri del governo abortito, per semplicità lo chiameremo Conte "no", era stata resa pubblica dal leader stellato Di Maio, al momento della bocciatura da parte del capo dello Stato. Il confronto dovrebbe quindi essere estremamente facile. In Figura 1 vediamo le due liste. Presidente e 9 ministri andavano al M5S prima (Di Maio, Fraccaro, Lezzi, Bonafede, Trenta, Toninelli, Bonisoli, Grillo e Costa) e 9 dopo (unica sostituzione Toninelli al posto di Coltorti); i 7 ministri leghisti del Conte "no" (Salvini, Bongiorno, Stefani, Fontana, Centinaio, Bussetti e Savona) rimangono tali e quali anche nel Conte "si". Sottosegretario alla presidenza del Consiglio e, nei fatti, potentissimo boiardo che nomina negli enti controllati dallo stato, rimane il leghista Giorgetti. "Indipendente" nel Conte "no" ve ne era uno solo (Giansanti), nel Conte "si" ne abbiamo due (Moavero Milanesi e Tria). Sembrerebbe cambiato ben poco, a parte il fatto che l'elenco dei ministri è aumentato di una unità.
Faccio il fisico e nel mio mestiere, quando non ci si raccapezza più, è abbastanza comune cercare di mettere a fuoco le differenze per cercare di capire. Le differenze sono riportate in Figura 2.

Figura 2. Le differenze tra le liste dei ministri

Si è tanto parlato di Savona. Savona era stato indicato per il ministero all'economia, per lui, almeno secondo le dichiarazioni rese, Mattarella avrebbe bocciato il Conte "no" e, secondo le storielle che ci hanno raccontato, Savona avrebbe terrorizzato l'Europa e i mercati con la minaccia di attuare il famigerato piano B: l'uscita segreta dall'euro [2]. Per rassicurare l'Europa è stato allora spostato agli affari europei, ministero non presente nella lista del Conte "no"? Mi sembra una fandonia incredibile, tanto più se l'uomo fosse uso tramare nell'ombra, come suggeriscono i pittoreschi scenari di Lucia Annunziata, anchor-woman del gruppo l'Espresso.
E allora? La differenza potrebbe mai essere la sostituzione dello stellato Coltorti con lo stellato Toninelli?

L'unica reale differenza che riesco a vedere è l'ingresso di Enzo Moavero Milanesi agli Esteri e di Giovanni Tria all'Economia. Due ministeri chiave per due "tecnici indipendenti" in un governo politico. Un ossimoro o un imbroglio?

Ora, ci sono vari modi per essere indipendenti e vari modi per essere tecnici. Vediamo il curriculum di Milanesi e Tria.

Enzo Moavero Milanesi [3], Direttore della della School of Law della LUISS e professore di Diritto dell'Unione Europea presso la stessa università, già capo di gabinetto di Mario Monti ai tempi in cui questi fu commissario dell'Unione Europea. E' poi stato ministro per gli Affari europei, prima nel governo Monti e poi nel governo Letta, superando disinvoltamente la trombatura elettorale del 2013, quando fu candidato della lista-flop "con Monti per l'Italia".
Più enigmatica la figura di Giovanni Tria [4], professore di Economia politica all'università di Roma-Tor Vergata. Ha una formazione accademica di sinistra, essendo neo-keynesiano, ma è stato l'esperto economico scelto da Renato Brunetta, insieme al giornalista Oscar Giannino, per redarre il programma economico di Forza Italia alle elezioni europeee del 2009. La cosa più buffa riguardo a Tria è che egli è accreditato come "euroscettico moderato", accademicamente vicino al mefistofelico professor Savona e che, addirittura, sarebbe stato segnalato a Salvini da questi come proprio sostituto all'Economia. Il fronte dei mercatisti e degli europeisti a oltranza dovrebbe quindi temere dall'accoppiata Tria-Savona, all'economia e alle politiche comunitarie. E invece no, lo spread scende.

La mia lettura di questi fatti è che il governo ha almeno una criptocomponente non dichiarata, forzista e montista. Ai due ministri presunti indipendenti, va infatti aggiunta la brillante avvocatessa Giulia Bongiorno, ufficialmente in quota Lega, ma in passato difensore di Andreotti, deputata di Alleanza Nazionale e del Popolo della Libertà, passando pure nel 2013 per la lista con Monti per l'Italia, in cui non risultò eletta.

[1] https://www.huffingtonpost.it/lucia-annunziata/bugiardi_a_23444714/
[2] https://resmetallica.blogspot.com/2018/05/mefistofele-e-il-fallimento-annunziato.html
[3] http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-05-31/moavero-milanesi-tecnico-alter-ego-monti-che-rifiuto-scrivania-appartenuta-mussolini-180549.shtml?uuid=AE56YAyE
[4] https://www.ilpost.it/2018/06/01/giovanni-tria-ministro-economia/


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