venerdì 24 maggio 2013

La strategia della demenza


Nel 2009 la rivista americana Newsweek usciva con un palloncino aereostatico in copertina con dentro scritto "The recession is over" (la recessione è finita). Si trattava di un classico ballon d'essai, pallone sonda in francese, un annuncio (verosimilmente falso) fatto di proposito al solo fine di verificarne l'impatto sull'opinione pubblica. In francese ballon, oltre che con pallone aereostatico, può tradursi anche con "balla", nel senso di grossolana menzogna, e questo rende l'espressione ballon d'essai ancora più deliziosa. A noi poi la parola sonda ricorda pure gli ombrelli dai quali continuamente cerca di fuggire il Cipputi di Altan, così l'espressione finisce per farci rotolare dalle risate...



I notiziari politici di questi giorni ci sembrano tutto un susseguirsi di ballon d'essai, con annunci allarmanti dei principali partiti che sostengono il governo Letta, cui segue tutto un rincorrersi di smentite e di controsmentite. Vediamo, tra queste balle, alcune delle più grosse.

Zanda e Finocchiaro, capi dei gruppi parlamentari alla Camera e al Senato del PD, annunciano un disegno di legge (DDL) che consentirebbe di presentare liste alle elezioni soltanto ai partiti politici che fanno pubblicare i propri statuti sulla Gazzetta Ufficiale e che soddisfano a certi requisiti. In realtà, da una lettura più attenta del DDL, si evince che lo scopo dell'iniziativa è imporre a tutti i movimenti politici la presenza di frazioni interne, le correnti. Tanto per capire la portata del DDL, il vecchio PCI di Berlinguer sarebbe stato escluso dalle elezioni perché non ammetteva correnti organizzate al proprio interno. Durissima la reazione di Beppe Grillo, "il M5S non è un partito e non intende diventarlo, se faranno questa legge diserteremo le prossime elezioni". A noi, lo abbiamo scritto su Facebook, il DDL Zanda-Finocchiaro ha ricordato l'esclusione dal Parlamento dei deputati aventiniani fatta decretare da Mussolini nel 1926 e successivamente estesa anche ai comunisti, l'atto che segnò la trasformazione di un pessimo governo in un feroce dittatura. A questo punto si succedono le smentite, Matteo Renzi dichiara di non condividere la proposta, i giornali pubblicano che è stata ritirata, i proponenti dichiarano di non averla mai ritirata, ma che non è urgente e che probabilmente non sarà mai discussa.


Quasi contemporaneamente, il capogruppo del PDL, il vulcanico Renato Brunetta, annuncia che è stato trovato un accordo politico con il PD per cambiare la legge elettorale del 2005, l'odiato Porcellum. Ma, precisa Brunetta, si tratterà di "cambi minimali", tanto che la stampa ha già trovato un nome per la nuova legge: il Maialinum. Il Porcellum di oggi, con il fine dichiarato di garantire la governabilità del Paese, attribuisce un premio di maggioranza. Esso ha già avuto effetti pessimi, favorendo il trasformismo politico. Quella che era stata chiamata sinistra antagonista si è infatti divisa tra quanti (lista Ingroia) non hanno inteso accettare la politica recessionista del fiscal compact imposto da Bruxelles e accettato dal PD e, per questo, sono stati esclusi dal Parlamento nonostante un discreto consenso elettorale e quanti, obtorto collo, qui pensiamo a SEL, quegli accordi hanno sottoscritto per rimanere dentro il Parlamento. A peggiorare il tutto, vi è il fatto che il premio di maggioranza venga attribuito in modo schizofrenico, alla Camera si premia la coalizione vincente a livello nazionale, mentre al Senato quella vincente a livello regionale, rendendo così il Senato estremamente instabile e impedendo quella governabilità che della legge era il fine dichiarato. La vera finalità della legge è, al contrario, impedire ai cittadini di esprimere voti di preferenza, delegando nei fatti un potere enorme ai segretari dei partiti politici che scelgono e dispongono in liste ordinate le candidature. Per queste ragioni, nessuna legge italiana quanto il Porcellum fu denigrata nei talk show dai politici, quegli stessi politici che, in Parlamento hanno eluso ogni invito a modificarla. Adesso la situazione è cambiata: finalmente la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sulla costituzionalità del Porcellum. Non soltanto è scontato l'esito del pronunciamento, ma è anche verosimile che la Consulta fornirà precise indicazioni circa le modifiche necessarie, legando così le mani a PD e PDL. In questa luce appare chiaro lo scopo dell'accordo: la Corte Costituzionale, chiamata a giudicare del Porcellum, non potrà pronunciarsi sul Maialinum, non importa se le differenze tra i due sono marginali. La logica suina della legge elettorale sarà comunque salva. Accordi del tipo annunciato da Brunetta sono verosimili, perché convengono a PD e PDL, ma incoffessabili: la serie di smentite e controsmentite seguite all'annuncio di Brunetta serve quindi alla banda del buco per aumentare la confusione nella testa dei propri potenziali elettori. 




Un altro ballon d'essai, è la dichiarazione resa da Brunetta l'indomani della condanna in secondo grado del leader del suo partito, Silvio Berlusconi. Brunetta si riferisce alla manifestazione indetta a Brescia dal PDL per protestare contro la condanna e ai fischi presi in piazza da Berlusconi. "Quanto e’ successo sabato a Brescia è inaccettabile. E’ inaccettabile che una libera manifestazione elettorale organizzata legittimamente da uno dei piu’ importanti partiti italiani venga sfregiata, violentata, stuprata da un gruppo di teppisti, per lo piu’ con bandiere riconducibili a forze politiche presenti in Parlamento.". Le bandiere erano quelle del M5S e di SEL. Sulla stessa lunghezza d'onda, il ministro dell'Interno, la montiana Anna Maria Cancellieri: "C'è una situazione di grande preoccupazione e sono mesi che ci stiamo preparando a momenti difficili". Secondo la ministra occorrono "arresti differiti" dei manifestanti e "DASPO". Il DASPO è il divieto di accedere a manifestazioni sportive che viene comminato ai tifosi più facinorosi. Evidentemente si pensa di creare liste nere di persone diffidate dal partecipare a manifestazioni politiche, anche se, come riconosce la Cancellieri, "vi sono problemi di ordine costituzionale da risolvere".





Già, la Costituzione della Repubblica costituisce un ostacolo per chi come, Zanda, Finocchiaro, Brunetta e Cancellieri, vuole uno stato forte, che sappia tenere i rompiscatole del M5S fuori dal Parlamento, che impedisca ai cittadini di manifestare nelle piazze le loro opinioni, arrestandoli prima, durante e dopo le manifestazioni. Questo mentre deve essere impedita anche la più remota possibilità che anche un solo politico vada in carcere. Le carceri traboccano, dice la Cancellieri, occorre "ripensare il sistema delle pene", pene "alternative", allora "pensando che l’obiettivo è che i reclusi ne escano migliori". So che molti non condivideranno la mia opinione, ma io credo che le pene alternative, tradotto vuol dire pecuniarie, non sono uguali per tutti. Recentemente hanno sequestrato l'auto al figlio di un mio amico che guidava ubriaco, la macchina sarà venduta all'asta. Credete che una pena siffatta colpisca alla stessa maniera il figlio di un operaio, che magari lascerà il padre senza il mezzo con il quale recarsi al lavoro, ed il figlio di un riccastro o di un politico corrotto? Una settimana in galera avrebbe colpito entrambi allo stesso modo.

Boato, in portoghese, significa tanto rumore, frastuono, quanto pettegolezzo, insinuazione. Mi piace concludere con due citazioni. Una è tratta da un saggio di Marco Galleri [1] sulla Rivoluzione portoghese dei garofani (1974-76) e riguarda il ruolo deleterio che il boato ebbe su di essa:
Il boato, cioè le voci incontrollate che sconvolsero, influenzarono e inquinarono la vita politica portoghese, fu una caratteristica tipica di questo periodo, per quanto non certo assente in tutta la storia portoghese, ricchissima di complotti veri o immaginati. Il boato, tanto temuto da suscitare apposite campagne di stampa di sensibilizzazione sul problema da parte del governo attraverso la Quinta Divisão, serviva ai più svariati scopi: minacciare e impaurire una determinata parte del Paese o delle forze politiche, coalizzarle contro un nemico più o meno immaginario, lanciare sospetti, impedire la realizzazione di golpes possibili o presunti con la loro rivelazione, mandare messaggi cifrati, o ancora semplicemente inquinare le acque già torbide del processo politico, in un Portogallo in preda alle convulsioni.
L'altra citazione è un brano dal dal romanzo 1984 di George Orwell [2] e riguarda il bipensiero, il sapere e non sapere
Sapere e non sapere; credere fermamente di dire verità sacrosante mentre si pronunciavano le menzogne più artefatte; ritenere contemporaneamente valide due opinioni che si annullavano a vicenda; sapendole contraddittorie fra di loro e tuttavia credendo in entrambe, fare uso della logica contro la logica; rinnegare la morale proprio nell'atto di rivendicarla; credere che la democrazia sia impossibile e nello stesso tempo vedere nel Partito l'unico suo garante; dimenticare tutto ciò che era necessario dimenticare ma, all'occorrenza, essere pronti a richiamarlo alla memoria, per poi eventualmente dimenticarlo di nuovo. Soprattutto, saper applicare il medesimo procedimento al procedimento stesso. Era questa, la sottigliezza estrema: essere pienamente consapevoli nell'indurre l'inconsapevolezza e diventare poi inconsapevoli della pratica ipnotica che avevate appena posto in atto. Anche la sola comprensione della parola "bipensiero" ne implicava l'utilizzazione.

[1] Marco Galleri, "Il Portogallo dei garofani: rivoluzione, controrivoluzione, normalizzazione (1974-1976)", in "Storia e futuro", 2008.
[2] George Orwell, 1984, traduzione di Stefano Manferlotti (2000).


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