giovedì 9 maggio 2013

Il Grande Fratello vi ama!


Orthodoxy means not thinking — not needing to think. Orthodoxy is unconsciousness.
(Ortodossia è non pensare, non aver bisogno di pensare. L'ortodossia è inconsapevolezza.)
George Orwell, 1984

"1984" è un grande romanzo-saggio di George Orwell (1903-1950), scrittore, saggista e attivista politico inglese. Il titolo del romanzo deriva dall'inversione delle cifre dell'anno in cui esso fu scritto, il 1948. La narrazione si svolge quindi in quello che Orwell immagina come un futuro non troppo lontano nel tempo che viene descritto a tinte fosche. L'estremamente suggestivo universo di 1984 è una distopia, un'utopia negativa, che contiene la logica evoluzione del mondo della guerra fredda.
La terra, a seguito di una terza guerra mondiale nucleare, è divisa tra tre stati, Oceania, Eurasia ed Estasia, eternamente in guerra tra di loro. Il leader del partito unico di Oceania (in cui si svolge la trama) è il "Grande Fratello". Tutte le risorse, almeno apparentemente sono destinate alla guerra. Il rigido controllo dei cittadini, che vengono spiati fin dentro le case, è ottenuto attraverso il controllo totale delle loro menti: con una psicopolizia che interviene per reprimere ogni deviazione dall'ortodossia, giungendo a spingere i figli a denunciare i genitori eterodossi. 
Torneremo su 1984 in prossimi post, pubblicando qualche stralcio dell'ottima traduzione di Stefano Manferlotti (2000) [1]. Ecco lo stralcio di oggi.
Winston dava le spalle al teleschermo. Era più sicuro, anche se sapeva bene che perfino una schiena può essere rivelatrice. A un chilometro di distanza, immenso e bianco nel sudicio panorama, si ergeva il Ministero della Verità, il luogo dove lui lavorava. E questa, pensò con un senso di vaga ripugnanza, questa era Londra, la principale città di Pista Uno, a sua volta la terza provincia più popolosa dell'Oceania. Si sforzò di cavare dalla memoria qualche ricordo dell'infanzia che gli dicesse se Londra era sempre stata così. C'erano sempre state queste distese di case ottocentesche fatiscenti, con i fianchi sorretti da travi di legno, le finestre rattoppate col cartone, i tetti ricoperti da fogli di lamiera ondulata, i muri dei giardini che pericolavano, inclinandosi da tutte le parti? E le aree colpite dalle bombe, dove la polvere d'intonaco mulinava nell'aria e le erbacce crescevano disordinatamente sui mucchi delle macerie, e i posti dove le bombe avevano creato spazi più ampi, lasciando spuntare colonie di case di legno simili a tanti pollai? Ma era inutile, non riusciva a ricordare. Della sua infanzia non restava che una serie di quadri ben distinti, ma per la gran parte incomprensibili e privi di uno sfondo contro cui stagliarsi.
Il Ministero della Verità (Miniver, in neolingua) differiva in maniera sorprendente da qualsiasi altro oggetto che la vista potesse discernere. Era un'enorme struttura piramidale di cemento bianco e abbagliante che s'innalzava, terrazza dopo terrazza, fino all'altezza di trecento metri. Da dove si trovava Winston era possibile leggere, ben stampati sulla bianca facciata in eleganti caratteri, i tre slogan del Partito: la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza. Si diceva che il Ministero della Verità contenesse tremila stanze al di sopra del livello stradale e altrettante ramificazioni al di sotto. Sparsi qua e là per Londra vi erano altri tre edifici di aspetto e dimensioni simili. Facevano apparire talmente minuscoli i fabbricati circostanti, che dal tetto degli Appartamenti Vittoria li si poteva vedere tutti e quattro simultaneamente. Erano le sedi dei quattro Ministeri fra i quali era distribuito l'intero apparato governativo: il Ministero della Verità, che si occupava dell'informazione, dei divertimenti, dell'istruzione e delle belle arti; il Ministero della Pace, che si occupava della guerra; il Ministero dell'Amore, che manteneva la legge e l'ordine pubblico; e il Ministero dell'Abbondanza, responsabile per gli affari economici. In neolingua i loro nomi erano i seguenti: Miniver, Minipax, Miniamor e Miniabb.
Fra tutti, il Ministero dell'Amore incuteva un autentico terrore. Era assolutamente privo di finestre. Winston non vi era mai entrato, anzi non vi si era mai accostato a una distanza inferiore al mezzo chilometro. Accedervi era impossibile, se non per motivi ufficiali, e anche allora solo dopo aver attraversato grovigli di filo spinato, porte d'acciaio e nidi di mitragliatrici ben occultati. Anche le strade che conducevano ai recinti esterni erano pattugliate da guardie con facce da gorilla, in uniforme nera e armate di lunghi manganelli.
A parte la banalizzazione degli show televisivi di cui "Il grande fratello" è stato il capostipite, il romanzo di Orwell ha ispirato alcuni ottimi film, vogliamo qui ricordare "Orwell 1984" (uscito nel 1984) di Michael Radford con John Hart e "Brazil" (1985) di Terry Gilliam con Jonathan e Robert De Niro, di cui senz'altro consigliamo la visione.
Il mondo di 1984.

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